"...Nella maggior parte dei paesi
evoluti è così in atto un movimento
a spirale verso l’alto, che non è più
autopropulsivo. E non lo è più da
quando ha cominciato a ricevere
dall’esterno parte della propria spinta,
subendo gli effetti negativi dell’opulenza
e del consumismo. Non lo è più da quando,
nella società, dove più dove meno,
crebbero la ricchezza materiale
e i consumi; da quando cominciarono
a diminuire il tasso di natalità
e la parte attiva della popolazione
autoctona, mentre cominciò ad aumentare
la parte di popolazione da mantenere,
perché invecchiata o perché disoccupata,
non disposta spesso ad accettare
di svolgere qualsiasi lavoro, che dovette
essere svolto da popolazione aggiuntiva.
In questa situazione paradossale,
mentre nell’Unione Europea sussistette
e sussiste un consistente numero
di disoccupati (oltre 20 milioni nel 2003
e cifre più elevate rispetto al numero
degli abitanti in seguito), la domanda di
lavoro superò e supera l’offerta
di tanto quanto corrispondeva
e corrisponde al numero dei disoccupati...":
da
Mali estremi,
libro di
Francesco Caracciolo.
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