| | | OFFLINE | Post: 147 | Sesso: Maschile | |
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01/12/2013 19:30 | |
"Le minuscole dimensioni che gli statuti prevedono per l’esistenza di una cosca, provano a sufficienza che, sin dalle origini, non è stata l’influenza di una potente élite sociale e politica che ha condizionato la costituzione e l’azione de ...ll’onorata società, come è avvenuto nella setta spagnola, ma, al contrario, sono stati la partecipazione e il contributo dei suoi stessi fondatori e degli affiliati e l’influenza dell’ambiente sociale cui essi appartenevano. L’onorata società ha quindi sempre avuto carattere dimesso, popolare, che le è derivato dalla prevalenza nel suo seno di elementi del ceto sociale più povero e modesto. Ha preso un nome diverso nelle diverse zone in cui è nata. In Sicilia si chiamò «mafia». E mafia e mafioso sono due termini molto antichi; esistevano già molto prima della nascita dell’associazione e riflettono il suo carattere. Non c’è stata concordanza sulle loro origini. Alcuni autori li fecero derivare dalla lingua araba o da quella francese, altri si spinsero più oltre, fino ai greci. In realtà, da epoca immemorabile, il termine «mafioso» indicava persona, animale o cosa con requisiti eccezionali e rari: il valore personale, la prestanza, il coraggio, la perizia, la capacità discorsiva, l’intelligenza, l’eleganza, la bellezza. Tutto ciò che aveva requisiti del genere era definito «mafioso»: un bel cavallo o un bel cane, una pianta eccezionale, un oggetto raro e piacevole, una persona intelligente, valorosa, coraggiosa, convincente, prestante. E requisiti del genere aveva l’affiliato alla mafia, che nella setta diveniva tanto più importante quanto più era convincente e sapeva farsi valere. Il mafioso doveva sapere parlare e comportarsi per conquistare il consenso dell’interlocutore; doveva sapere imporsi, usando ogni mezzo nei casi estremi. Doveva essere abile e capace di ricorrere all’uso della persuasione e della forza e sapere custodire il segreto a ogni costo. Con questi requisiti era in stato di continua competizione; conquistava all’interno della setta gradi e mansioni tanto più elevati, di prestigio e di comando, quanto più le sue doti prevalevano su quelle di altri affiliati."
da Francesco Caracciolo, Onorata società e società onorata, - http://www.fc123.altervista.it/- https://www.facebook.com/Diffondiamolibri?sk=page_insights#!/Diffondiamolibri- http://ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=134728 - http://www.lulu.com/shop/francesco-caracciolo/onorata-societ%C3%A0-e-societ%C3%A0-onorata/paperback/product-20962304.html - http://www.francescocaracciolo.itwww.francescocaracciolo.it |
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